Palla Monolitica - Appunti di Ricarica

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Palla Monolitica

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PROIETTILI  MONOLITICI


L’evoluzione dei proiettili è stata rapida e veloce, seguì di pari passo l’evoluzione della polvere nera o polvere da lancio.  In pochi anni dall’entrata in scena della nuova "polvere senza fumo" (cellulosa trattata con acido nitrico) cominciò una nuova rivoluzione. Questa polvere infatti, consentiva velocità molto maggiori rispetto alla vecchia polvere nera e produceva molto meno fumo. Aumentando le velocità, ci si accorse immediatamente che i proiettili di piombo morbido iniziavano a sciogliersi a causa  dell’attrito nella canna. Qualcosa doveva essere fatto per rimediare a questo problema e da lì a poco  si cominciò a ricoprire il nucleo di piombo con un rivestimento  di metallo più resistente, ciò permise di aumentare la velocità senza grossi problemi.

I metalli utilizzati per ricoprire il piombo erano di rame, l’acciaio e altre leghe. Il rame rispetto ai concorrenti presentava delle qualità migliori, era abbastanza morbido da evitare un'eccessiva usura sulla canna e deformarsi all'impatto. Con il passare degli anni, le tecniche costruttive si affinarono sempre di più ma conseguentemente al pari si svilupparono e migliorarono anche le caratteristiche delle polveri senza fumo, raggiungendo nel giro di qualche decennio velocità inaspettate.

Un'immagine d'epeca di un  30-06 , le prime blindature erano costituite da una miscela di leghe

Alla fine degli anni Settanta i materiali diventarono così raffinati che la velocità aumentò al punto che persino la resistente camicia di rame stava raggiungendo i suoi limiti. Basti pensare ai proiettili sparati da munizioni ultraveloci come il 220 Swift, queste palle dal diametro di .224” solitamente si frantumavano in molti piccoli pezzi all'impatto, a volte creavano solo delle estese lacerazioni esterne non riuscendo a compiere adeguatamente il proprio lavoro, ma questo accadeva anche su palle di diametro maggiore, come palle da 6mm o 7 mm, sempre spinte ad altissima velocità. Studi di laboratorio e prove su gelatina balistica dimostrarono che in alcuni casi estremi il proiettile iniziava il suo “sgretolamento” già in fase di volo, arrivando nel bersaglio con una media inferiore al 60% del peso iniziale con punte anche molto minori.  I rivestimenti furono resi sempre più spessi e si cominciò a “legare” il nucleo interno al rivestimento in piombo con nuove tecniche, furono sperimentate nuove coperture, proiettili a doppio nucleo, fino ad arrivare a proietti di solo rame o composti di una lega di rame-zinco-ottone.

Tutti questi esperimenti e prove migliorarono progressivamente le prestazioni dei proiettili e gli straordinari progressi della tecnologia consentirono di utilizzare nuovi processi costruttivi. Rispetto alle prime lavorazioni, che indurivano troppo il rame, oggi grazie ai torni a controllo numerico si è in grado di partire da una barra di rame e ricavare i singoli proiettili,  mantenendo inalterate le caratteristiche del materiale, che rimane morbido e resistente, in modo da poter garantire velocità di impatto elevate ma allo stesso tempo fornire anche alte prestazioni a bassa velocità.

Barnes X introdotte nel 1989


Prima di arrivare a questi risultati, è bene ricordare che nel corso degli anni sono stati fatti molti tentativi per sviluppare un proiettile monolitico di successo, ma sono sempre sorte numerose difficoltà nella lavorazione del rame, che si possono riassumere in :

  • Necessità di aumentare la lunghezza del proiettile per ottenere pesi simili alle palle in piombo.
  • Aumentavano considerevolmente le pressione sulla camera di scoppio e la pressione sulla canna ( sempre a causa di proiettili di lunghezza maggiore).
  • Inizialmente vi era un’accertata riduzione della longevità delle canne (oggi esattamente il contrario)
  • Inflessibilità del proiettile monolitico durante il passaggio nella canna

Lasciamo stare le tematiche ambientalistiche, troppo complesse per essere affrontate, anche se qualcuno sostiene  che i proiettili monolitici sono in genere meno tossici per l'ambiente, l'uomo e gli animali, ci sono una serie di studi provenienti dal nord Europa, in testa Svezia, Norvegia e alcun studi condotti da prestigiose università americane che “smontano” tutti questi allarmismi. Se avrò tempo pubblicherò alcuni studi molto interessanti sulla Piombemia, capirete che non è proprio tutto come vogliono farci credere, ma torniamo ora alle differenze  tra proiettili di piombo tradizionali e proiettili monolitici di ultima generazione. Molti produttori di proiettili monolitici sostengono che il rame sia la miglior scelta ma spesso sono più slogan e campagne pubblicitarie che verità assolute.
     VS
Vediamo ora quali sono le maggiori differenze attribuite ai proiettili monolitici vs quelli in piombo a detta dei nostri costruttori:

  • I proiettili monolitici mantengono il loro peso e la loro forma molto meglio dei proiettili di piombo, questi ultimi si rompono quando colpiscono il bersaglio, specialmente se viaggiano ad alta velocità, e di conseguenza produrranno  un danno maggiore alla carne. Questa è vero solo in linea teorica in quando oggi molti proiettili dual core, o con particolare trattamento d’ inspessimento della parte in rame o lega, garantiscono una ritenzione del peso molto alta, spesso oltre il 90% con punte di 95%.
  • Sostengono che i proiettili di piombo sono cineticamente meno efficienti, scaricano un'energia nettamente inferiore sul bersaglio, rendendo teoricamente preferibile un proiettile monolitico per uso venatorio rispetto ad uno tradizionale, ma questa affermazione è molto discutibile, in considerazione anche dell’enorme sviluppo portato avanti da noti costruttori sulla tecnologia dei proiettili in piombo ricoperti in rame o di leghe particolari.
  • Le palle monolitiche sono più leggeri rispetto ai proiettili di piombo e di conseguenza sono in grado di raggiungere o superare le velocità dei proiettili in piombo, anche qui sarebbe in piccola parte discutibile tale affermazione.
  • Il piombo è un materiale molto più denso del rame e tende a modellarsi meglio all’interno della canna, mentre i proiettili di rame monolitici tendono a mantenere la loro forma nella canna. Esatto ma i residui in rame non sono assolutamente più facili da pulire a discapito di qualche “genio” che sostiene di sparare rame per non pulire le canne dell’arma.
  • Molte aziende ci vogliono far credere che la precisione ottenuta usando proiettili monolitici è molto più elevata della precisione ottenuta usando proiettili di piombo, grazie a processi di fabbricazione di  alta precisione, confermo se piombo ottenuto da fusione domestica o di media, medio-alta fattura, per il resto invito a fare prove con materiali di altissima qualità di entrambe le tipologie e poi ne riparliamo.
  • I proiettili di piombo sono in genere più convenienti e più facili da fabbricare rispetto ai proiettili monolitici che devono essere sottoposti a un processo di fabbricazione di precisione con tolleranze molto strette al fine di raggiungere elevati livelli di precisione. Ciò rende il proiettile più costoso, ma per questo non posso affermare in via assoluta che sia sempre anche più efficace dei proiettili di piombo.

Ricordo al cacciatore italiano che a parte qualche specialista che necessita per ovvi motivi di questo tipo di palla, i moderni proiettili monolitici sono molto efficaci per la caccia grossa su prede particolarmente coriacee. Trovano infatti, largo utilizzo sul continente africano, per l’indiscussa dote che questi proiettili hanno nel mantenere le loro dimensioni e forme, molto meglio delle alternative generiche in piombo, e penetrano più in profondità. Questa è una scelta quasi imperativa per chi deve ingaggiare tiro contro  animali molto grandi come l’antilope nera, Kudu, bufalo, rinoceronte, coccodrillo, ippopotamo, elefante ecc. discutibile invece per capriolo, camoscio, muflone e cinghiale (in particolar modo per i cinghiali del centro Italia) dove potete intuire da soli, che le prede non hanno le stesse caratteristiche morfologiche.
Il rame, non frammentandosi  quasi mai, a parte nel caso in cui colpisca un osso particolarmente importante, come una spalla ecc. crea una ferita canalizzata e passante, e ben raramente genera su prede medio piccole a pelle tenera, l’effetto shock e conseguente abbattimento sul posto. Al contrario la preda spesso riesce a fare ancora molti passi, anche centinaia di metri prima di cadere a terra, eccetto si attinga la colonna vertebrale. Questo cagiona ogni anno sicuramente decine se non centinaia di colpi a “vuoto” da parte dei nostri cacciatori che seguono le mode , nella convinzione di aver sbagliato il selvatico. Purtroppo, ho la testimonianza di parecchi conoscenti che si ostinano a utilizzare monolitiche anche in montagna con la conseguenza che se non piazzano il tiro perfettamente, sono costretti a inseguire la preda per parecchio tempo prima di assestare il colpo di grazia .

Io non uso spesso questo tipo di palle se non su particolari cacce e dove richiesto l’uso della monolitica, provata e riprovata con decine e decine di abbattimenti non la trovo una soluzione da abbracciare assolutamente perché la moda l'impone. “Semper cum grano salis !”

Ultima annosa considerazione sui rimbalzi, anche se per logica basterebbe leggere attentamente o guardare i video pubblicitari dei produttori stessi, che descrivono le reazioni all'impatto delle varie tipologie di proiettili, avere un minimo di conoscenza delle fisica e si potrebbe intuire da soli che le palle monolitiche hanno la tendenza a rimbalzare. Quanto più saranno alte le percentuali di ritenzioni del peso originario, quanto più rimbalzeranno. Una ritenzione di massa prossima al 100% può generare in caso di mancata penetrazione, una tendenza al rimbalzo quindi, il proiettile meno tenderà a disgregarsi e deformarsi, più rimbalzerà. Questo motivo è dovuto al fatto che fisicamente per rimbalzare occorre una forte ritenzione dinamica che su una massa rimasta quasi intatta dopo l'impatto, permetterà una prosecuzione lineare della traiettoria con poca perdita di energia cinetica. Al contrario le palle tipo soft point , costituite prevalentemente da piombo, materiale plastico e tenero,  all'impatto si frammentano in piccoli residui a medie velocità o polverizzarsi ad altissime velocità. Questo avviene principlamente su palle sparate da una carabina, ricordiamo che esistono anche proiettili monolitici per pistola, ma questi al momento esulano dal nostro interesse e comunque nemmeno questi rimangono immuni al rimbalzo.

Le palle monolitiche sono quindi, in grado di mantenere una energia residua tale da poter proseguire la traiettoria in direzione secondaria, molto pericolosa per decine di metri se non alle volte per centinaia, in particolar modo questo fenomeno si riscontra nelle palle tipo  solid bullet,  destinate alle cacce africane, che subiscono un ulteriore processo di indurimento per esaltare il loro potere di penetrazione e questo non permette alla palla di disgregarsi o frammentarsi minimamente, causando appunto pericolosi rimbalzi.
Sono soggetti a minori rimbalzi tuttavia, i proiettili di ultimissima generazione, grazie a nuovi processi lavorativi, che tendono ad "ammorbidire " il rame o le leghe con cui è composto, ma questo determina una marcata perdita di peso originario. Non è possibile a mio avviso snaturare una palla monolitica per renderla quasi identica in termini di comportamento a un proiettile tradizionale in piombo e camiciato in rame. È bene quindi ponderare attentamente la scelta del proiettile in base all'utilizzo finale che mi sarò prefissato e non seguire le solite mode, o peggio procedere all'acquisto solo perché l'amico in osteria continua ad attribuirne doti oniriche.
Created by Pier Paolo Cattaruzza ©
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