Polvere senza fumo - Appunti di Ricarica

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Polvere senza fumo

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Nel parlarvi della polvere senza fumo  mi limiterò a poche e semplicissime nozioni,  arcinote agli agonisti ed ai tiratori esperti ma che torneranno certamente utili ai cacciatori o tiratori dilettantistici meno ferrati nella materia .

Le moderne polveri ( infumi ) sono generalmente delle nitrocellulose gelatinizzate , ottenute mediante nitrazione della cellulosa pura e cosa molto importante a  differenza della vecchia polvere nera non lascia residui solidi all'interno della canna.


Si dividono sostanzialmente in polvere a :
  • base singola , ( monobasica ) ottunute dalla sola cellulosa pura
  • doppia base , ( bibasica ) nitrocellulosa unita alla nitroglicerina , un tempo denominata  anche balistite   

Esistono pure propellenti tribasici, ma esulano dal nostro  interesse .

Si dividono sostanzialmente in polvere a :

base singola , (monobasica) ottenute dalla sola cellulosa pura
doppia base , (bibasica) nitrocellulosa unita alla nitroglicerina, un tempo denominata  anche balistite   

Esistono pure propellenti tribasici, ma esulano dal nostro  interesse .

In realtà pur utilizzando queste due suddivisioni per identificare  quale sia il principio attivo, se cellulosa pura o se presente anche la nitroglicerina, non dobbiamo dimenticare che nelle schede tecniche o di sicurezza possiamo riscontrarvi molte altre informazioni che classificano dettagliatamente le singole polveri.  

Chi volesse approfondire la materia, essendo molto complessa, potrà consultare la pagina specifica dedicata all’argomento.


Proseguendo con il nostro semplice riassunto sulle polveri da sparo infumi, senza entrare in tecnicismi che potrebbero annoiare molti lettori cacciatori o tiratori ,  è giusto ricordare che in passato la maggior parte del propellente era a base singola, più che adeguata alle esigenze venatorie europee e molte competizioni detengono sempre il primato, ancora imbattuto, realizzato con munizioni ricaricate con polvere a base singola. Oggi si tende a utilizzare, "troppo" la polvere bibasica, forse solo per ragioni di "moda".  Creata per garantire la combustione in climi veramente ostili, presenta un'ottima resistenza all’umidità e  stabilità nel tempo; per contro, aumenta la temperatura di combustione (famose polveri “calde”) e accentua l’erosione delle canne. In linea generale quindi la nitroglicerina aumenta il potere calorifico.
Il fatto che in "osteria" si parli di polvere “più potente” vivacizza anche gli animi dei cacciatori e molti le acquistano senza averne una reale necessità, poiché se caricassero con singole basi, non riscontrerebbero nessuna differenza.

Altre definizioni che spesso sentiremo quando parliamo di polveri senza fumo, sono i seguenti:

Polveri vivaci (o veloci)
Polveri progressive (o lente)

L'utilizzo di tali termini sarebbe molto discutibile, ma da lungo tempo anche questi sono diventati d'uso comune. Quelle impropriamente definite Vivaci sono quelle a rapido ritmo combustivo (bruciano velocemente, sviluppando per breve tempo pressioni elevate); quelle definite progressive, al contrario, bruciano più lentamente e sviluppano pressioni minori ma di maggior durata. Generalmente le nostre armi lunghe da caccia a canna rigata richiedono quindi polveri progressive, mentre le armi lunghe a canna liscia e le armi corte utilizzano polveri vivaci.  
Sono prodotte con diverse graniture, cioè i singoli grani presentano forme differenti, come ad esempio a microgranuli, a sferette, a lamelle, a tubetti, pulverulenta, a dischetti o altre forme speciali. La grossezza del grano incide anche sulla diversa "progressività" per quanto attiene la velocità di combustione.

Dobbiamo tener presente che le polveri da sparo in questi anni hanno subito notevoli mutamenti.  Considerando il progressivo miglioramento delle tecniche di realizzazione, esse hanno contribuito in maniera sicuramente positiva nei rendimenti, ma dall'altra parte il contenimento dei costi di produzione ha generato una negatività riscontrabile nella costanza e regolarità, caratteristica di un tempo.

Buona parte delle polveri moderne ha modificato sostanzialmente la velocità combustiva, mostrando variazioni tra lotto e lotto e su parecchia letteratura sono riportati test, nella quale si evidenziano discrepanze tra partite del medesimo propellente.

I “ricaricatori” dovranno prestare particolare attenzione nel consultare i manuali delle case produttrici, possibilmente relativi all'anno di produzione del lotto acquistato. In passato le maggiori case, per citarne alcune a titolo puramente indicativo: Norma, VihtaVuori, Winchester, IMR, fornivano ai clienti tramite contrassegno spedito dall'importatore oppure tramite armeria di riferimento i manualetti di ricarica, aggiornati annualmente. Oggi sostituiti da veri e propri manuali, con aggiornamenti periodici oppure scaricabili gratuitamente in rete. Solitamente è sufficiente aprire il sito web del "brand" prescelto e scaricarsi le relative tabelle.

I più esperti sapranno sicuramente che il range di caricamento suggerito, Starting load (dose di partenza) o Maximum load (dose massima), può presentare differenze a distanza di anni. Per questo motivo è importante avere un manuale relativo al periodo presumibile di produzione del lotto di polvere che andremmo a utilizzare. A distanza di 5, 10, 20 o più anni,  per la medesima marca e tipo polvere, il differenziale potrà essere minimo, con scarti di + / - 0.1 grs, con medie di +/- 0.5 grs o arrivare a variazioni comprese tra 1.0 - 3.0 grs ma è possibile alle volte che si presenti scarti maggiori. Naturalmente anche questa non è una regola fissa, perché è possibile riscontrare a distanza di parecchi anni le dosi invariate, sia minime sia massime.
Vi porto un piccolo esempio anche se non esaustivo tratto da manuali originali:



Manuale
ANNO di Pubblicazione
CAL.
Powder
Bullet
Weight grs
Type

Min
grs
Max
grs
VihtaVuori
1998
222 Rem
N 130
50
SPSX
Hornady
20.5
22.1
VihtaVuori
2014
222 Rem
N 130
50
SPSX
Hornady
20.1
21.5






Differenza
- 0.4
- 0.6
VihtaVuori
1995
7 x 64
N 140
120
SP
Hornady
46.0
51.1
VihtaVuori
2014
7 x 64
N 140
120
SP
Hornady
45.5
50.6






Differenza
- 0.5
- 0.5
LOVEX
2005
30-06
S 060
168
HPBT
Sierra
43.0
48.0
LOVEX
2016
30-06
S 060
168
HBPT
Sierra
43.2
46.3






Differenza
+ 0.2
- 1.7
VECTAN
2014
357 Magnum
GM3
158
FMJ
Frontier
5.5
6.3
VECTAN
2017
357 Magnum
GM3
158
FMJ
Frontier
3.7
4.6






Differenza
-1.9
-1.7
WINCHESTER
1998
38 Special
WW 231
148
LHBWC
Speer
3.0
3.3
WINCHESTER
2018
38 Special
WW 231
148
LHBWC
Speer
3.5
4.0






Differenza
+0.5
+0.7
WINCHESTER
1999
44 Magnum
WW 296
240
JHP
Speer
22.7
24.7
WINCHESTER
2019
44 Magnum
WW 296
240
JHP
Speer
23.0
24.0






Differenza
+ 0.3
- 0.7
Conservazione della polvere da sparo

Questo è un aspetto spesso sottovalutato, ma se vogliamo preservare la qualità del prodotto il più a lungo possibile, è necessario mantenere la polvere in un luogo adatto, in condizioni di temperatura e umidità ottimali. Molti produttori consigliano di conservare la polvere a una temperatura costante, idealmente compresa tra 12 e 15 ° C, alcuni indicano anche temperature fino a 18 ° C  e un'umidità relativa del 40-50%. Anche l'umidità è importante, infatti se l'aria è troppo secca, asciugherà la polvere, causando un aumento della pressione, compromettendone le prestazioni. Banale ma meglio sempre rammentarlo, il fatto di assicurarsi di chiudere correttamente il contenitore ogni volta che utilizzeremo il prodotto per garantirne un'adeguata sigillatura.

Polvere fuori produzione o datata

Se utilizzate la polvere avanzata del nonno, del papà oppure a distanza di molti anni avete trovato in qualche angolo di un cassetto della vecchia polvere,  dovete prestare la massima attenzione nel risalire alla data di produzione. Oggi è obbligatoriamente indicata nei contenitori ma per le vecchie lattine risalire al dato è spesso un'impresa ardua. Vuoi per le restrizioni vigenti nel nostro paese fino a fine anni novanta, vuoi per la poca diffusione della ricarica per munizioni metalliche in quegli anni, la ricerca bibliografica sarà difficoltosa, ma grazie a internet in alcuni siti web o qualche buon forum, potrete trovare con soddisfazione le notizie che cercate. Io personalmente preferisco se disponibile un buon vecchio manuale. Fortunatamente per gli interessati, sarà più facile recuperare informazioni per le vecchie polveri destinate alla canna liscia, oggi "riutilizzabili" anche per caricamenti destinati alle armi corte. Mi raccomando fidatevi solo ed esclusivamente di pubblicazioni originali o copie tratte dall'originale, non da trascrizioni fatte a mano sulla carta del formaggio. Parliamo di polvere da sparo non di farina e zucchero da mescolare nel dolce della nonna, dove possiamo sbagliare le dosi.
Note personali

Riporto un caso pratico, degli effetti di una plausibile variazione sulla composizione della polvere da sparo, ovviamente  della stessa marca e tipologia, a distanza di anni

La ricarica che utilizzavo per il mio 243, produceva a 100 mt una rosata di 5 colpi in 11 mm con palla da 95 gr. a 200 mt rosata di 5 colpi in 37 mm con polvere Hodgdon acquistata e prodotta verso la fine degli anni novanta 1998/1999. Ora con la stessa polvere, prodotta dal 2013 in poi, ho cercato di replicare le prestazioni, ma senza esito. Stessa quantità di polvere ovviamente, inneschi, palla e bossoli nuovi,  con  un risultato al limite dell'utilizzo in ambito venatorio. Sembrava un tappo per bagna fiori a 200 mt, cominciano quindi le varie analisi e considerazioni, anche le più illogiche. Trovo una vecchia scatola con 8 cartucce, riprovo al poligono 3 colpi a 100 mt, 8 mm di rosata. No comment!!  Questo per farvi capire che quella polvere, quell’innesco, e quella palla, rappresentano un’alchimia spesso irripetibile.

Se intendete replicare caricamenti sperimentati in passato, un banale consiglio sarà quello di invitarvi sempre a verificare la rosata presso qualche poligono per evitarvi spiacevoli sorprese.
Created by Pier Paolo Cattaruzza ©
Appunti di Ricarica
Informazioni di base per la ricarica delle cartucce metalliche
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