Taratura armi regole generali - Appunti di Ricarica

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Taratura armi regole generali

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Quando un cacciatore o tiratore si reca a provare l’arma, per determinarne la precisione, impropriamente esclamerà di effettuarne la "taratura". In realtà l’arma non si tara, ma con un unico termine intendiamo la ricerca della “rosata” prodotta dal connubio arma-munizione per poi passare all’azzeramento dell’ottica. In questa situazione entrano in gioco molteplici fattori, quindi non solo un rapporto tra arma e munizione, ma anche tra arma – basi – attacchi – ottica, dove incidono qualità, accoppiamenti e serraggi.

Parlare di “rosate” e tarature nel mondo venatorio sembra più un’impresa da cantastorie. Tralasciamo i vari calcoli fantasiosi, ho visto misurare con le dita, con bossoli, scatole ed oggetti vari, utilizzati come unità di misura. Non commento; comunque sicuramenti metodi personali e fuori dagli schemi che per quanto simpatici possano apparire, non sono proprio attendibili.
 
Non voglio nemmeno addentrarmi in formule applicate da agonisti o utilizzate da tiratori appartenenti a corpi di polizia, ma presentare il metodo più semplice che potrebbe applicare un cacciatore per calcolare la rosata. Prima di tutto dotarsi di un calibro, se elettronico meglio, è più veloce nella lettura, poi partendo dai fori dei proiettili lasciati sul bersaglio, misurare il diametro massimo in cui si possono iscrivere. Il calcolo da centro a centro o dai diametri esterni dei fori, per un cacciatore rappresenta una scelta soggettiva, importante una volta determinato il metodo di misura, essere costante nel rilevamento dei dati.  Cosa fondamentale da tenere presente, oltre l’ampiezza massima della rosata, è il raggruppamento o più precisamente la distribuzione interna dei colpi. Se provate due rosate (A) e (B) entrambe con diametro massimo di 70 mm , per cui (A) presenta 4 colpi in 20 mm e per effetto di un ”flyers” il diametro si allarga a 70mm , mentre (B) rappresenta in modo disomogeneo un raggruppamento da 70 mm , ovviamente la differenza è abissale. La ricarica che andrò a utilizzare per le mie battute di caccia o nelle sessioni di tiro sarà la (A).

Cosa sono questi famosi “flyers”, null’altro che dei colpi anomali, rispetto al raggruppamento ottimale di una serie di fori che quasi si toccano l’un con l’altro. Sono causati  spesso da cambi di luce, raffiche di vento anche minime tra un colpo e l’altro, oppure un movimento accidentale,  basta infatti, una sola contrazione muscolare allo sparo o aver modificato l’ingrandimento dell’ottica tra un colpo e l’altro. Non parliamo di “flyers” in presenza di rosate volgarmente definite a "scola pasta" o "bagna fiori".

Chi vuole  sbizzarrirsi con formule e non si accontenta di determinare l’ampiezza massima di rosata e la distribuzione interna  dei colpi, potrà calcolarsi  il raggio medio della rosata (Average Mean Radius)  o ricercare su internet tutta una vasta gamma di software molto utili per facilitare i calcoli. Ci sono in vendita anche programmi che scansionato il bersaglio,  calcolano e ci compilano automaticamente tabelle, grafici, proiezione ecc., tutte cose che al cacciatore non servono, salvo si appassioni talmente alla materia al punto di autoconvincersi di non poterne fare a meno.  

Tornando alle cose pratiche, ho notato che sempre più tiratori o cacciatori provano le proprie rosate sparando gruppi di tre colpi invece che da cinque colpi. Non c'è una regola fissa da seguire, ma solo buon senso nella scelta. Entrambe possono essere corrette, cerchiamo di capirne i motivi.

Dobbiamo ricordare che la vecchia scuola prevedeva di misurare il raggruppamento ottenuto con cinque colpi piazzati alla distanza  di 100 yards (per noi europei a 100 mt). Portando da cinque a tre colpi, si abbassano inevitabilmente gli standard. A titolo di curiosità, vi ricordo che negli U.S.A. una gara che da vari anni sta spopolando tra cacciatori e tiratori è la semplice intuizione partorita da Dick Trenk, di sparare 5 colpi in un unico bersaglio, senza cercare la “mouche”; vince chi ottiene il raggruppamento più stretto, misurando tra il centro dei due fori più distanti. Non serve quindi modificare gli organi di mira magari impostati per uso venatorio ad altre distanze.

Cerchiamo di desumere perché il cacciatore tende a sparare pochi colpi, con queste semplici plausibili deduzioni:

• Questioni economiche; il costo delle palle, polveri, inneschi, incide e il risparmio diventa per molte persone imperativo.
• Questioni soggettive; come strappi o errori del tiratore, che a livello probabilistico aumentano con l'aumentare dei colpi piazzati, quindi, il tiratore psicologicamente non vuole rovinare il cartello.
• Le moderne munizioni Magnum presenti sul mercato, tendono a riscaldare le canne in fretta e inevitabilmente allargano la rosata (Non sempre vero),

Quella dei cinque colpi non è comunque una “regola scritta”, infatti, molti possono anche ricercare la rosata su raggruppamenti diversi. Attenzione agli eccessi, alcuni cacciatori provano le munizioni commerciali o ricariche, con rosate (se possiamo definirle tali) di due colpi. Ho assistito a prove di rosata con venti colpi sparati o anche di più, con calcoli tutti fantasiosi, escludendo i tiri peggiori, prendendo come riferimento colpi fortuiti raggruppati, insomma un delirio, non commento certe pratiche.

Sparare tre colpi, ha valore a mio avviso, quando devo ritestare una rosata già collaudata, oppure a inizio stagione venatoria per verificare la precisione dell'arma, oppure per condurre delle prove di massima e risparmiare sul materiale.

Io di solito mi affido alla vecchia scuola per determinare la precisione e connubio di arma-cartuccia, utilizzando tre colpi per "ritarare l'arma-ottica” in caso di urti accidentali, di un nuovo lotto di polvere, sostituzione della marca d’inneschi o per verificarne la costanza a distanza di tempo.

Come indicazione generale, anche se poi dipenderà dal calibro, potremmo considerare un'arma "utilizzabile" in ambito venatorio, quando indicativamente raggruppa 5 colpi a 100 Mt in 55 mm (5,5 cm). Buona sarebbe invece una rosata a 100 mt non superiore a 35 mm (3,5 cm) e 200 mt non superiore i 55 mm (5,5 cm), ottima una rosata a 100 mt da 25 mm (2,5 cm) e 200 mt da 35 mm (3,5cm).

Per le armi ex-ordinanza adattate alla caccia, se utilizziamo ottiche, vale sempre la stessa regola dei cinque o tre colpi, nel caso di tiro con armi a mire aperte (o metalliche) è preferibile sparare qualche colpo in più, importante non eccedere e utilizzare sempre il buon senso. Questo spesso manca !
Created by Pier Paolo Cattaruzza ©
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